Legambiente: “Investire nelle rinnovabili continuerà a essere un buon affare”

Legambiente: “Investire nelle rinnovabili continuerà a essere un buon affare”

Ogni giovedì lo speciale “4 domande a” sulle tematiche di transizione energetica, futuro fotovoltaico e investimenti nel settore. In questo numero ospite Edoardo Zanchini, vicepresidente Nazionale di Legambiente, da anni impegnato nella difesa delle fonti rinnovabili e contro i tagli ai sussidi al settore fotovoltaico. “Investire nelle rinnovabili continuerà a essere un buon affare […], occorre un cambiamento da parte degli istituti di credito per aiutare imprese e famiglie a investire in efficienza energetica e rinnovabili.”

 

Di seguito l’intervista. Ringraziamo Edoardo Zanchini per la disponibilità e per le accurate risposte.

Nell’ultimo anno il fotovoltaico è stato ben maltrattato: si è abbassato il tasso di ammortamento, si è introdotto l’IMU, si è dimezzato il valore dei prezzi minimi garantiti, si sono ridotte retroattivamente le tariffe incentivanti. Anche Lei come altri protagonisti del settore si sta chiedendo che senso abbia far crescere una filiera per poi affossarla?

Porsi questa domanda è legittimo, ma il motivo fondamentale per cui si vuole fermare il fotovoltaico è proprio legato al suo successo. Nessuno immaginava una riduzione dei costi di questa portata accompagnata dall’aumento di efficienza e disponibilità di prodotti su scala globale. Ma è un tentativo disperato e senza speranza quello di fermare il solare in un Paese come l’Italia. La sfida è semmai oggi proprio quella di far crescere una filiera dove deve essere forte l’integrazione con l’edilizia visti gli obiettivi fissati dalle direttive europee e anche con la mobilità elettrica.

 

Edoardo Zanchini vicepresidenti di Legambiente

Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente

Crisi e previsioni al ribasso inducono sempre più proprietari a mettere in vendita i propri impianti fotovoltaici. In controtendenza si registra la fiducia di investitori del settore ad acquistare impianti: nel 2015 varrà ancora la pena investire o si avvicina il momento di (s)vendere?

Si, varrà ancora la pena investire perché ci troviamo in uno scenario nuovo, dove il solare è parte di un modello nuovo di produzione, gestione, accumulo e distribuzione dell’energia. Certo ci vogliono le risorse per realizzare questi investimenti e la situazione generale che viviamo in Italia non aiuta. Da questo punto di vista occorre un cambiamento da parte degli istituti di credito, per aiutare imprese e famiglie a investire in efficienza energetica e rinnovabili. In ogni caso, con i prezzi dei pannelli che si prevedono in ulteriore calo e un quadro geopolitico quanto mai incerto con conseguenze sul prezzo del petrolio, investire nelle rinnovabili continuerà a essere un buon affare.

 

L’industria solare italiana è fortemente colpita dall’entrata nel mercato di aziende cinesi che hanno fatto crollare i costi del fotovoltaico. Produttori di qualità italiani hanno perso competitività e sempre più posti di lavoro sono a rischio. Ci sono speranze per le imprese italiane per tornare ad essere competitive?

La speranza c’è di sicuro, sarebbe più forte se questo Paese dopo aver cancellato tutti gli incentivi per il fotovoltaico, persino quelli per la sostituzione dei tetti in amianto, darà le certezze che servono agli investimenti. Ossia procedure semplici di approvazione degli impianti, accesso al credito, regole per la produzione e cessione diretta dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. La speranza di tornare a investire è qualcosa di molto concreto perché è quello che vogliono i cittadini, l’impegno di Legambiente è proprio di far vincere questa visione del futuro energetico in Italia.

 

Il problema non è la Cina ma la politica energetica italiana che non ha creduto nella cosiddetta transizione e ancora oggi tentenna: si vogliono ridurre le emissioni di CO2 ma vengono ridotti i sostegni alle rinnovabili, si parla di sensibilizzazione alle rinnovabili ma viene spesso criticata la componente A3 in bolletta. Sulle base di tali premesse, quale ruolo avranno le rinnovabili in 10 anni?

Le rinnovabili avranno un ruolo ancora più forte di oggi, e non dobbiamo stancarci di sottolineare lo straordinario successo realizzato in termini di diffusione e produzione in questi anni in Italia. Più forte perché è questa la prospettiva verso la quale il Mondo si muove e dove ci porteranno gli obiettivi europei al 2030. Noi come Paese non abbiamo mai brillato per coerenza o per capacità strategica, e la vicenda del fotovoltaico è’ un esempio emblematico, ma abbiamo risorse importanti e condizioni straordinarie, anche economiche, legate al prezzo dell’energia elettrica per continuare nella crescita delle fonti rinnovabili. Il modello sarà però diverso da quello che abbiamo conosciuto in questi anni, perché al centro vi sarà l’autoproduzione, le smart grid, l’efficienza degli impianti e l’accumulo legati assieme da sistemi sempre più sofisticati di gestione dell’energia. Non dobbiamo guardare al passato ma a uno scenario energetico del tutto nuovo.

 

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