Referendum trivelle 2016: vota SI per le rinnovabili

Referendum trivelle 2016: vota SI per le rinnovabili

Domenica 17 aprile 2016 si svolgerà il referendum per stabilire se le trivelle situate entro i 22 km dalla costa italiana potranno continuare l’attività estrattiva fino all’esaurimento del giacimento (NO), come avviene fino ad oggi, oppure fino al termine della concessione (SI). Il voto di carattere tecnico ha un forte significato alla luce delle politiche ambientali ed energetiche: il ruolo delle rinnovabili, i rischi di inquinamento petrolifero, i posti di lavoro e la politica energetica del Governo sono solo alcune delle tematiche. La domanda di fondo è solo una: i cittadini credono nell’ambiente e nelle rinnovabili? In tal caso, che votino SI.

 

 

I cittadini sono chiamate alle urne in un voto tecnico ma dal forte impatto ambientale: una vittoria del no o l’incapacità di raggiungere il quorum andrebbe a significare un’ulteriore sconfitta per l’ambiente e le rinnovabili. Viceversa una vittoria del SI contribuirebbe ad una voce di distacco contro le attuali politiche energetiche ed ambientali in favore delle fonti fossili e a scapito delle rinnovabili.

Associazioni di settore, Assorinnovabili e ANIE in testa, ed organizzazioni non governative quali Legambiente e Greenpeace sono unite nel fronte del SI. Il fronte del NO è invece popolato dalle compagnie petrolifere interessate e chi crede che la presenza di trivelle sulla costa dia un contributo all’occupazione. Quali sono le verità?

 

Referendum trivelle 2016: cosa bisogna sapere

Il referendum è stato indetto per la prima volta nella storia della Repubblica direttamente dalle Regioni. 10 Consigli Regionali, con Puglia in testa, hanno depositato le firme per la induzione del referendum.

Sarà possibile votare in tutta Italia nella sola giornata di domenica 17 aprile. referendum trivelle 2016

Il referendum si applica alle 92 attività estrattive situate entro i 22km dalla costa italiana (76 di ENI, 15 di Edison e 1 di Rockhopper). Trivelle di perforazione offshore non sono oggetto del voto popolare e sarà mantenuto l’attuale divieto di approvare nuove concessioni.

Il fronte del SI viene supportato da organizzazioni filo-ambientaliste a difesa delle coste, contro i rischi di perdite di petrolio e per una politica energetica a difesa e in favore dell’ambiente. Il fronte del NO, oltre all’appoggio delle compagnie petrolifere raccoglie il sostegno di chi si pronuncia a difesa dei posti di lavoro nel periodo di crisi occupazionale. Molte inchieste denunciano questo mito non solo nell’intrinseca data di scadenza di utilizzo di fonti minerarie ma anche nel confronto con i dati occupazionali nell’industria delle rinnovabili, e relativo indotto. I numeri dei posti di lavoro persi dopo i tagli e i provvedimenti avversi alle rinnovabili hanno avuto effetti ben più gravi. In seno al NO, il fronte dell’astensione è invece appoggiato da un’insensibilità ambientale.

 

Referendum trivelle 2016: cosa significa veramente?

Il significato di questo voto va ben oltre il proprio contenuto. Il voto può diventare uno strumento di critica contro le attuali politiche pro-petrolio a scapito dell’ambiente e dell’industria delle rinnovabili. Il voto rappresenta una critica alla volontà di perseguire politiche energetiche filopetrolifere, quando altre industrie e nazioni (e.g. Arabia Saudita) si concentrano sulle rinnovabili.

 

Fonti: Greenpeace, quotidiano.net, L’Espresso.