Le domande più frequenti di chi vuole installare fotovoltaico nel 2017

Le domande più frequenti di chi vuole installare fotovoltaico nel 2017

Dalla fine del Conto Energia la maggior parte degli impianti fotovoltaici installati sono inferiori ai 20 kWp. Nel 2016 i MW installati sono stati 379. Perché si installa ancora fotovoltaico nonostante l’assenza di incentivi? Cosa significa installare fotovoltaico 2017? Abbiamo raccolto le domande più frequenti di chi ancora non esperto si interessa ad un investimento che oggigiorno è probabilmente ancora più difficile da spiegare rispetto ad alcuni anni fa.

 

Cosa significa “guadagnare” con un impianto fotovoltaico nel 2017?

Nel 2017 il concetto di guadagno economico come driver per installare fotovoltaico è sensibilmente cambiato. Con la fine del Conto Energia è decaduto il principio speculativo secondo cui il rendimento dell’investimento è direttamente proporzionale al rendimento della centrale solare (maggiore il rendimento, maggiori gli incentivi). Nel 2017 l’impianto fotovoltaico è un mero generatore di energia, per tale motivo il principio di guadagno è nell’autoconsumo. Per tale ragione, il guadagno economico è in primis subordinato a concetti di efficienza, riqualificazione e risparmio energetico. In tale ottica un impianto fotovoltaico deve essere:

  • adatto per potenza ai consumi del proprietario (un impianto più grande rispetto alle proprie necessità aumenta solamente i costi ed annulla il rientro economico)
  • integrato utilizzando p.e. pompe di calore per la produzione di acqua calda, mobilità elettrica etc.
  • connesso con dispositivi di accumulo per aumentare l’autoconsumo nelle ore serali

In tale mix energetico installare fotovoltaico nel 2017 è un driver per aumentare l’efficienza del proprio fabbisogno riducendo il costo di altre bollette (p.e. condizionamento, riscaldamento o acqua calda), il risparmio attraverso una maggiore consapevolezza dei propri consumi, la rendita indiretta dell’investimento attraverso le detrazioni fiscali e la riqualificazione del proprio immobile.

 

Quali sono i driver per installare fotovoltaico 2017?

  • Detrazione fiscale per la realizzazione di un impianto fotovoltaico o acquisto di sistemi di accumulo/interventi di revamping
  • Riduzione dei costi delle componenti e alcuni costi “operativi” (p.e. IMU)
  • Ottimizzazione dell’autoconsumo attraverso strumenti di efficienza energetica
  • Integrazione con tecnologie di accumulo (batterie)
  • Schema di scambio sul posto o regime di autoconsumo

 

Scambio sul posto o autoconsumo?

Per impianti fino a 20 kWp è possibile accedere al regime di scambio sul posto o autoconsumo. Lo scambio sul posto è un meccanismo che valorizza l’eccedenza di energia elettrica ceduta in rete, non autoconsumata al momento dall’utenza. Nelle ore serali, i prelievi di energia dalla rete vengono “compensati” economicamente attraverso un Contributo in Conto Scambio a un valore inferiore rispetto al costo di prelievo. Si tratta pertanto di un meccanismo di accumulo in rete spesso meno conveniente al regime di autoconsumo in cui le eccedenze, se non accumulate in batterie, vengono perse. I valori di compensazione dell’energia immessa in rete è di circa il 30% rispetto al costo di prelievo.

 

Quanta superficie occupa un impianto fotovoltaico?

All’incirca 5,5m2 a kWp installato, valore in calo grazie allo sviluppo tecnologico dei pannelli fotovoltaici in grado di produrre più Watt per metro quadro, valore condizionato dall’esposizione, inclinazione, tecnologia, orientamento e caratteristiche delle componenti. A differenza dei ca. 170W dei primi Conti Energia, oggi giorno è possibile installare pannelli con oltre 260W.

 

La grandine distrugge i pannelli?

No. Grandine di piccole e medie dimensioni non è in grado di distruggere i pannelli, specialmente se inclinati. In caso di eventi atmosferici straordinari in grado di compromettere la resistenza del tetto, lo stesso impianto come componente esposta è maggiormente soggetta ad eventuali danni.

 

Quanto dura un impianto fotovoltaico?

Gran parte dei produttori garantiscono circa l’80% della produzione originaria dopo 25 anni dalla messa in funzione, per una durata complessiva nei migliori dei casi di 130 anni. Il tallone di Achille è l’inverter, in quanto la componente più stressata dell’impianto poiché in costante attività di trasformazione (accensione/spegnimento). Oggigiorno i costruttori includono una garanzia che varia tra i 5 e 10 anni, per proprietari di impianti già in funzione è possibile estendere la garanzia di inverter indipendentemente dal costruttore: per un preventivo clicca qui.

 

Con un impianto fotovoltaico azzero la bolletta elettrica?

No, il prelievo di energia elettrica potrà scendere a 0 nel migliore dei casi, tuttavia i costi fissi in bolletta quali oneri fiscali, costi distributivi, IVA o componenti ambientali verranno applicati indirettamente rispetto ai consumi. La potenzialità per ridurre i costi è adottare opzioni in grado di risparmiare su altre bollette (p.e. per la generazione di acqua calda), grazie all’integrazione dell’impianto fotovoltaico nel proprio mix energetico domestico.

 

Posso distaccarmi dalla rete dopo aver installato un impianto fotovoltaico?

Sì ma solo sulla carta, poiché al momento è economicamente non redditizio. In caso di giornate nuvolose o sovraccarico si resterebbe “al buio” e i costi per un impianto di microgenerazione, accumulo e fotovoltaico è al momento economicamente penalizzabile.

 

La taglia del contatore rappresenta la taglia per il mio impianto fotovoltaico?

No, la potenza in prelievo non è un indicatore per la potenza di un impianto fotovoltaico. L’impianto fotovoltaico si dimensiona sui consumi dell’utente per massimizzare il rendimento della centrale solare, senza dover “sprecare” kWh attraverso la cessione in rete (cd. vendita dell’energia) che da un lato viene remunerata ma ad un valore di molto inferiore rispetto al valore del kWh autoconsumato.

 

Come smaltisco un impianto fotovoltaico?

Sotto un profilo pratico la smaltimento di un impianto fotovoltaico è realizzabile per tutte le componenti. In particolare lo smaltimento e riciclo di pannelli fotovoltaici (“Smaltimento pannelli fotovoltaici: come funziona e quanto costa?“) sono oggetto di procedure operative in grado di incentivare il riciclo dei materiali attraverso a cosiddetti consorzi di riciclaggio dei materiali e corrispettivi pagati in anticipo all’acquisto. La domanda di fondo è: a fronte della durata di un impianto fotovoltaico (stimato in 130 anni), si vuole davvero smaltire l’impianto fotovoltaico dopo 20 anni?

 

Crediti foto copertina: Shutterstock//urbancow