Lo scambio sul posto conviene?

Lo scambio sul posto conviene?

Sin dalla propria introduzione il regime di scambio sul posto ha creato dubbi ed aspettative. Oggigiorno viene utilizzato sia da impianti fotovoltaici in funzione sia da nuovi impianti allacciati come modalità per ricompensare l’energia in eccedenza, non immediatamente autoconsumata.  Le aspettative di guadagno molto spesso eccedono le reali entrate per la differenza tra valorizzazione dell’energia ceduta e il costo dell’energia prelevata. Lo scambio sul posto conviene o meglio scegliere l’autoconsumo?

 

Nel 2017 installare un impianto fotovoltaico domestico è imposta la scelta tra accedere al regime di scambio sul posto e l’autoconsumo. Poiché la finalità di entrambe le opzioni è la medesima, gestire la quantità di energia in eccedenza non autoconsumata, il gestore di rete impone tale bivio. Cosa scegliere?

Attenzione: a differenza del Conto Energia che stabiliva a 200kWp la soglia massima, solo impianti fotovoltaici fino a 20kWp possono ora accedere al regime di scambio sul posto.

 

La differenza tra scambio sul posto e autoconsumo

Il GSE definisce lo scambio sul posto:

una particolare modalità di valorizzazione dell’energia elettrica che consente, al produttore, di realizzare una specifica forma di autoconsumo immettendo in rete l’energia elettrica prodotta ma non direttamente autoconsumata, per poi prelevarla in un momento differente da quello in cui avviene la produzione.

L’autoconsumo è invece la modalità di utilizzo immediato dell’energia prodotta in loco senza immissione in rete, prevedendo la perdita dell’ energia non immediatamente consumata se non accumulata in appositi dispositivi.

Dalle due definizioni sembra logico per molti proprietari di impianti fotovoltaici optare per lo scambio sul posto, ovvero valorizzare le eccedenze utilizzando la rete come sistema di accumulo. Per molti operatori tale scelta, sebbene comprensibile, non è affatto economicamente vantaggiosa.

 

Oggi lo scambio sul posto conviene o meno?

Meno, molto meno! A differenza di impianti allacciati in Conto Energia per cui i guadagni risultanti dalla tariffa incentivanti giustificavano una potenza maggiore rispetto ai propri consumi, oggigiorno realizzare un impianto fotovoltaico domestico oltre i propri consumi è sotto il profilo economico poco sostenibile. Lo scambio sul posto sebbene permetta un guadagno maggiore rispetto alla mera vendita dell’energia, è pur sempre una “valorizzazione” e non un vero rimborso dei prelievi. Per la rete è un costo immagazzinare la corrente elettrica generata da un impianto fotovoltaico per un riutilizzo durante le ore serali, pertanto riconosce in media un corrispettivo inferiore del 30% rispetto al costo di prelievo .

Per questo motivo la chiave per investire oggi in nuovi impianti fotovoltaici è misurare la potenza della centrale ai propri consumi, massimizzando in ogni modo la quota di autoconsumo. Come? Investendo in sistemi che utilizzano l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico in modo da non perderla, se favorevole investendo in sistemi di accumulo (vedi articolo “Installare sistemi di accumulo impianto fotovoltaico – il futuro conviene?“), e dove possibile modificando le proprie abitudini. Perché? Perché autoconsumare è davvero gratuito, o in altre parole è “valorizza” a l’energia al reale costo di prelievo, essere connessi alla rete e prelevarne energia no!

https://it.blog.milkthesun.com/investire-nel-fotovoltaico/accumulo-impianto-fotovoltaico

Foto copertina: gyn9037/shutterstock