Rifinanziare impianto fotovoltaico: rinegoziare i tassi o rescindere il contratto?

Rifinanziare impianto fotovoltaico: rinegoziare i tassi o rescindere il contratto?

Nel periodo 2009-2011, il boom di installazioni fotovoltaiche è coinciso con un periodo di elevato costo del capitale. Banche ed istituti di credito hanno fortemente supportato lo sviluppo del settore, anche grazie alla stabilità attesa dagli investimenti fotovoltaici. A distanza di 5 anni il panorama è significativamente cambiato: gli incentivi sono stati tagliati ma allo stesso tempo il costo di accesso al credito è ai minimi. Molti proprietari stanno vedendo un’opportunità nella rinegoziazione delle condizioni di finanziamento o addirittura nel rifinanziamento con terzi istituti con la rescissione dei contratti in essere. Cosa c’è da sapere per rifinanziare (o rescindere) il proprio mutuo o leasing? Un’intervista a Lorenzo Nardon, Senior Analyst di REA Srl, advisor tecnico-finanziario per banche e fondi nelle strategie per l’ottimizzazione degli investimenti nelle rinnovabili.

Gentile Dott. Nardon, grazie per la disponibilità. Nell’acquisizione di un impianto fotovoltaico, l’analisi delle condizioni finanziare e del piano di ammortamento è una prassi consolidata per eventualmente ottimizzare i flussi di cassa attraverso una propria linea di credito. Oggigiorno sono gli stessi proprietari ad interessarsi alle possibilità di rinegoziazione o rifinanziamento del proprio mutuo o leasing.

 

Come mai sempre più proprietari vogliono ora rinegoziare il proprio finanziamento, sia esso un mutuo o leasing?

Il periodo di massimo sviluppo del fotovoltaico Italiano (2010-2012) è stato caratterizzato da un elevato costo del capitale di debito per le imprese Italiane: l’alto costo della provvista unito ad un incremento dei margini (gli “spread”) richiesti dalle banche, hanno portato alla sottoscrizione di contratti di finanziamento e leasing con tassi di interesse particolarmente elevati, specie in casi di leve aggressive o di finanziamenti non-recourse. Nel caso del fotovoltaico, i tassi applicati nel periodo di massimo sviluppo del settore sono arrivati non di rado a tassi fissi anche superiori al 7%.

Non dimentichiamoci anche del costo degli impianti che all’epoca del Conto Energia, anche per effetto di generose tariffe e delle ristrette finestre di opportunità, era molto elevato. Di converso l’esposizione degli sponsor era decisamente rilevante (range: 2,5-3,5 milioni€ per MW): il peso complessivo degli interessi del debito è diventato quindi in molti casi insostenibile.

 

E ora?

La situazione attuale del mercato creditizio italiano ed europeo è radicalmente cambiata: il “bazooka” di Draghi ha portato ad un crollo dei tassi di interesse, con gli Euribor che sono addirittura andati sotto zero. A questo va aggiunto come l’effetto combinato dell’abbondanza di liquidità presente nel mercato, che sta spingendo gli istituti alla ricerca di nuovi impieghi, e di un livello di rischiosità percepito in calo per gli asset fotovoltaici in esercizio, stanno portando ad un interesse crescente delle banche per rifinanziare impianti fotovoltaici.

Nel 2016 un impianto fotovoltaico con buone performance produttive, un buon stato manutentivo e senza particolari criticità autorizzative viene non di rado rifinanziato a tassi inferiori al 3%. Si comprende quindi come una tale riduzione del costo del debito possa portare ad un grosso beneficio nelle casse dei produttori, permettendo un forte recupero di marginalità.

 

Quali sono i criteri per capire se il proprio finanziamento (mutuo o leasing) ha condizioni svantaggiose?

Nel nuovo contesto riteniamo che per i finanziamenti con tassi superiori al 5% valga seriamente la pena valutare la possibilità di intraprendere il processo di rifinanziamento. A livello indicativo per un impianto fotovoltaico “tipo” (1 MW finanziato con un mutuo, debito residuo di 2,5 Mln€) la diminuzione di un solo punto percentuale del tasso di interesse può portare alla riduzione degli interessi fino a 25.000 € nei primi anni.

Per valutare in modo corretto la convenienza di operazioni di rifinanziamento debbono essere considerati con attenzione i costi di transazione: oltre ai costi per l’accensione del nuovo finanziamento (due diligence, istruttoria, imposte, eventuali advisor, etc.) vanno quantificati soprattutto i c.d. costi d’uscita, in particolar modo per quanto riguarda le penali ed eventuali contratti derivati IRS. Questi contratti, sottoscritti a copertura della volatilità del tasso, possono avere dei costi di smobilizzo talvolta molto elevati (il cd mark-to-market), inficiando in parte (o del tutto) il beneficio del rifinanziamento.

Discorso specifico va fatto nel caso dei contratti di leasing che, a differenza dei contratti di finanziamento, sovente non prevedono la possibilità di rimborso anticipato. Nel caso si voglia procedere al c.d. riscatto anticipato, l’istituto lo concedere ad un prezzo che non equivale al debito residuo che si vede nel piano di ammortamento, ma pari al valore delle rate residue (e del riscatto) attualizzate per un tasso definito contrattualmente (e purtroppo  assai inferiore al tasso del leasing): per chiudere il contratto di leasing un operatore dovrebbe pagare di fatto una penale implicita che talvolta potrebbe inibire la stessa operazione di rifinanziamento.

 

Come reagiscono le banche alle richieste per rifinanziare un impianto fotovoltaico?

Per risultare attrattivi verso un istituto sono necessari una serie di presupposti, oltre alle performance dell’impianto, che devono essere comprovate da un track-record produttivo stabile, è molto importante avere una situazione property solida e con una compagine ben definita e coesa, specie nei casi di impianti rooftop.

Per il finanziamento degli impianti fotovoltaici le banche richiedono tipicamente un DSCR (Debt Service Coverage Ratio) almeno pari a 1,3x (che significa che il flusso di cassa a servizio del debito deve essere almeno il 30% superiore alla rata nel periodo di riferimento), anche se c’è una diversa sensibilità, e per certi versi flessibilità, tra i diversi istituti.

Se da un lato è fondamentale avere tutti i pre-requisiti sostanziali appena descritti, resta molto importante la modalità di presentazione dell’operazione alla banca, che deve essere esposta (tipicamente tramite un info-memo) in modo chiaro e trasparente, evidenziando i punti forti dell’impianto e le relative performance.

 

Quali sono i dubbi più frequenti dei proprietari?

Quando parliamo di proprietari di piccoli impianti / portafogli spesso questi sono soggetti che provengono da settori diversi dall’energy. Questi operatori si ritrovano ad avere un impianto che originariamente prometteva un ottimo rendimento e si trovano a pagare a stento le rate residue del finanziamento.

Quello che spesso vediamo in questa tipologia di cliente è la mancanza di una visione d’”insieme” dell’asset: è importante capire che il rifinanziamento è solo una parte delle ottimizzazioni che si possono eseguire e spesso va di pari passo con quelle gestionali. Un’ottimizzazione delle performance attraverso un intervento di revamping unite ad esempio ad una rinegoziazione del contratto O&M, facilita, non di poco, le possibilità di successo di un’operazione di rifinanziamento impianto fotovoltaico, in quanto permette alla banca di avere visione di una maggiore capienza per il servizio del debito. Ultimamente stiamo per esempio seguendo più di un cliente con l’obiettivo di qualificare l’impianto come SEU, incrementando sensibilmente i ricavi, e successivamente rifinanziare il debito esistente.

 

Cosa consiglia ai proprietari di impianti che vorrebbero rifinanziare il mutuo o leasing del proprio impianto fotovoltaico?

Il consiglio che possiamo dare è quello di intraprendere, con i gusti presupposti, il processo di rifinanziamento grazie ai significativi benefici in termini di generazione di cassa degli impianti che questo può portare. Se non ci sono elementi ostativi all’uscita dai contratti il consiglio è quello di risolvere quelli esistenti ed attivarne dei nuovi presso altri istituti. Infatti i margini che si riescono a “strappare” mantenendo i contratti esistenti sono molto bassi: per policy commerciali le banche non tendono ad “autoridursi” i tassi di finanziamento eccetto che in particolari casi di asset distressed.

 

Vuoi chiedere una consulenza per rifinanziare il mutuo o leasing del tuo impianto fotovoltaico?

Compila il modulo e sarai messo in contatto.