Lo sviluppo di progetti in Market Parity in Italia

Anche se utilizzati spesso come sinonimi, Grid e Market Parity sono concetti da tenere distinti. Con il termine “Market Parity” ci si riferisce alla competitività del prezzo dell’energia da fonte rinnovabile rispetto a quella convenzionale sul mercato elettrico all’ingrosso. La “Grid Parity” invece descrive la condizione – già raggiunta in Italia – di convenienza ad autoprodurre l’energia rispetto a prelevarla dalla rete.

La lunga attesa del Decreto Fer, insieme ad altri fattori che si evidenzieranno, ha certamente stimolato l’evolversi della Market Parity in Italia, ma non si può ancora affermare che tale evoluzione si sia compiuta del tutto. La ormai prossima introduzione di nuovi incentivi frena inevitabilmente la sua definitiva consacrazione.

Se da una parte molti operatori sono in attesa del Decreto Fer per non perdere l’occasione di ottenere gli incentivi statali, dall’altra un’importante fetta del settore, rappresentata per lo più da grandi fondi di investimento, ha iniziato ancora più di un anno fa a rivolgere la propria attenzione ai progetti in Market Parity.

Un fattore che ha contribuito allo sviluppo di questi nuovi progetti è stato sicuramente la diminuzione dei prezzi delle componenti tecniche. Si stima infatti che ad oggi i Capex per un impianto da 1 MW si aggirino intorno ai 560.000 € ed è prevedibile che, seppur in misura ridotta, tale diminuzione prosegua anche in futuro.

Altro fattore trainante lo sviluppo della Market Parity è rappresentato dagli ambiziosi obiettivi presentati nella SEN e aggiornati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, che, in linea con gli obiettivi europei al 2030, pianificano di raggiungere 50 GW di potenza istallata sul territorio nazionale entro il prossimo decennio.

Ha giocato e giocherà infine un ruolo determinante nell’affermazione della Market Parity in Italia l’implementazione dei Power Purchase Agreement (PPA) di lungo periodo, i contratti cioè per la compravendita dell’energia Fer, che in Italia sono tradizionalmente stipulati tra produttore e grossista, c.d. “trader”. Dalla stampa specializzata sappiamo che nell’ultimo anno sono stati firmati PPA su larga scala (12/2018 100 MW PPA in Lazio; 12/2018 17 MW PPA in Sicilia; 2/2019 20 MW PPA in Basilicata; 2/2019 10 MW in Lombardia), ma il loro utilizzo è ancora frenato dalla difficoltà delle parti dell’accordo a definire un prezzo di vendita/acquisto dell’energia per un periodo di tempo superiore ai 3/5 anni.

Il tema dei PPA è centrale rispetto allo sviluppo dei progetti in Market Parity perché dalla loro definizione dipende la bancabilità dell’investimento. È chiaro che, in assenza di incentivi, il come e a quanto viene venduta l’energia prodotta rappresenta un elemento condizionante l’ottenimento o meno del credito bancario.

Che la Market Parity necessiti di un modello di business industriale è dimostrato dal fatto che i progetti di questo tipo attualmente in fase di sviluppo raggiungono una potenza media di 20 MWp. Milk the Sun constata questo dato nell’attività quotidiana di intermediazione tra sviluppatori ed investitori. Per i fondi di investimento e le grandi società di EPC i progetti maggiormente appetibili sono quelli di elevata potenza, possibilmente nel Sud Italia per il maggiore irraggiamento e, ancora meglio, già Ready to Build, ossia pronti per la costruzione. Il mercato tuttavia non è ancora pronto a soddisfare tali richieste. Di autorizzazioni uniche già pronte se ne trovano poche. La maggior parte dei nuovi progetti sono infatti ancora in una fase iniziale o quasi dello sviluppo e prevedono la partecipazione finanziaria da parte del potenziale investitore nel corso del processo autorizzativo attraverso pagamenti in milestones.

Milk the Sun agevola le transazioni di impianti in operazione, turnkey e progetti in fase di sviluppo in tutto il mondo, grazie alla conoscenza approfondita dei principali mercati europei ed internazionali e l’esperienza acquisita sul campo nel corso di oltre 7 anni di attività.

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