Un’alternativa competitiva al Ritiro Dedicato del GSE

GSEEsiste un’alternativa al ritiro dedicato del GSE oppure gli autoproduttori di energia elettrica possono rivolgersi anche ad altre aziende di trading di energia elettrica? Lo abbiamo chiesto a Stefano Cavriani, il responsabile commerciale di Elettrogreen Power.

Quando nasce la Elettrogreen Power?
Elettrogreen Power S.r.l. (EGP) nasce nel 2006 come società di servizi energetici (ESCO) collegata a Elettrogreen S.p.A., leader nel mercato dell’acquisto di energia e certificati verdi da auto-produttori di qualsiasi tipo e dimensione. Fino al 2010 Elettrogreen si è concentrata nello sviluppo e implementazione di progetti di efficienza energetica e nella consulenza per l’energy management evoluto, conseguendo tra l’altro, tra le prime ESCO in assoluto, tutte le certificazioni del settore (ISO 50001 e UNI 11352). Dal 2011 EGP svolge direttamente anche l’attività di trading di energia elettrica e trading di certificati ambientali (certificati verdi, certificati bianchi, quote CO2, garanzie d’origine, RECS), settori nei quali si conferma tuttora leader di mercato.

Quali servizi propone? E a chi si rivolge?

In campo energetico ci proponiamo agli auto-produttori / produttori indipendenti come acquirenti dell’energia prodotta dai loro impianti (fotovoltaici, idroelettrici, eolici, biomasse di tutti i tipi, cogeneratori). In pratica siamo un’alternativa competitiva rispetto al Ritiro Dedicato GSE (RID).
Possiamo acquistare l’energia a prezzo di borsa (formula analoga al RID, ma con costi di gestione più bassi) oppure a prezzo fisso (formula impossibile per il GSE; che può consentire interessanti ottimizzazioni di risultato).
Il vantaggio per il produttore è esplicito e chiaro: il prezzo pagato è più alto, i pagamenti sono più veloci e la gestione è più personalizzata e flessibile.
Nell’ambito del contratto offriamo anche servizi di informazione sul mercato e aggiornamento normativo, in modo che i produttori trovino in noi partner affidabili che li supportano da tutti i punti di vista.
Attualmente gestiamo circa 260 impianti, per una potenza nominale di oltre 1.000 MW e 3 TWh/anno di produzione.
Siamo i leader di questo mercato, dove comunque gli spazi di crescita sono grandissimi visto che ormai la produzione da FER copre oltre il 35% del mercato italiano complessivo.
Stiamo avviando simili attività anche all’estero, dove contiamo di poter mettere a frutto le competenze specialistiche e non comuni che abbiamo maturato in oltre 10 anni di lavoro.
Per quanto riguarda l’efficienza energetica proponiamo soluzioni per il risparmio energetico a clienti di taglia medio-grande, sia in ambito industriale che terziario. Spesse volte il risparmio conseguibile e gli incentivi associati (certificati bianchi in primis) consentono di rientrare dell’investimento nel giro di 1 o 2 anni.
Se necessario siamo pronti a investire direttamente noi stessi nei progetti.
Infine siamo attivi nello sviluppo tecnologico di soluzioni innovative per la gestione intelligente della generazione distribuita mediante l’azienda WhiteQube che produce smart-inverter con accumulo integrato e macchine elettriche ultra-performanti – questo per confermare quanto concretamente crediamo nel settore.

Come reagirà il mercato secondario del fotovoltaico con l’entrata in vigore del decreto spalma-incentivi?

Questo tema è molto caldo, il decreto legge è proprio in questi giorni in corso di pubblicazione, e poi nel giro di 60 giorni dovrà essere convertito in legge dal Parlamento.
Certamente la riduzione significativa dei margini porterà molti investitori a ripensare a eventuali investimenti nel settore.
E’ altresì vero che la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è e resterà un’attività destinata a svilupparsi e a prendere peso sempre di più in futuro, quindi non penso che il mercato si fermerà, anche in presenza di questi provvedimenti negativi per il settore.

Guardando lo scenario in un’ottica allargata possiamo affermare che stiamo vivendo un processo di evoluzione fondamentale nel settore energia.
Il processo è quello della “miniaturizzazione” dell’energia, con un progressivo spostamento verso la generazione distribuita (medio-piccola taglia) e la fornitura ai clienti finali di servizi energetici evoluti – più che di una pura commodity (ormai molto standardizzata).
Da questo punto di vista gli impianti fotovoltaici (o in generale gli impianti FER) sono una componente fondamentale, quindi è ragionevole pensare che essi rappresenteranno sempre degli asset pregiati e richiesti.

Ciò che è importante è che gli investitori si abituino a pensare alla produzione di energia come a un’attività “industriale”, con una merce che viene “prodotta” (l’energia e gli eventuali certificati ad essa connessi) e deve essere “venduta” al meglio sul mercato.
L’epoca dell’investimento in produzione di energia assimilato all’investimento pseudo-finanziario a rendimenti garantiti (a prescindere da come si gestisce l’asset) è finita.
Ma, come sempre, la fine di un mondo pseudo-protetto apre a potenziali rischi ma anche a potenziali opportunità.
Chi vende bene la propria energia guadagna di più di chi prende una tariffa fissa. In questo senso noi abbiamo molti esempi concreti che lo testimoniano chiaramente.

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