Transizione energetica in Germania: da pioniere a inseguitore

Transizione energetica in Germania: da pioniere a inseguitore

La Germania ha sempre rappresentato un pioniere della transizione energetica in Europa. Tuttavia lo scenario politico interno mette ora in stallo il processo di transizione energetica. Se fino ieri la Germania era considerata un’esempio di politica energetica, dubbi e incertezze avvolgono il leader economico europeo. Cosa sta succedendo in Germania?

 

Transizione energetica e Germania: un matrimonio fino a ieri indissolubile che ha rappresentato il simbolo per la trasformazione di un sistema energetico da combustibili fossili verso le energie rinnovabili. Nel corso degli anni sempre più Paesi hanno seguito l’esempio della Germania per favorire politiche ambientali ed energetiche più eco-sostenibili per salvare il futuro del pianeta. 195 Paesi hanno deciso di impegnarsi per limitare entro 2° il riscaldamento della temperatura media globale con misure di risparmio energetico e sviluppo delle rinnovabili.

 

Molti obiettivi restano illusioni

Nella decisione di dismettere le proprie centrali nucleari la Germania è stata un pioniere. Oggi è ancora in grado di mantenere il difficile ruolo? Gli obiettivi per la riduzione delle emissioni di gas serra e per completare la dismissione delle centrali nucleari erano ambiziosi. Così ambiziosi che si sarebbero potuti tramutare in parole al vento se non si fosse deciso di aumentare la posta in palio: efficienza energetica, dei trasporti e riduzione delle emissioni di CO2. Tra il 2008 e il 2014 l’incremento medio nell’efficienza energetica è stato solamente dell’1,6 per cento, contro le previsioni del 2,1%. Nel settore dei trasporti, si è addirittura registrato un’aumento dei consumi di circa l’1,7% in più rispetto alle ottimistiche previsioni di un -10%.

 

CO2 il nemico n°1

L’obiettivo più importante – la riduzione delle emissioni causanti effetto serra entro il 2020 del 40% rispetto al 1990 – resta un miraggio. Per raggiungere questo obiettivo il ritmo di riduzione delle emissioni dovrebbe triplicare nei prossimi quattro anni e mezzo. Su base annuale significherebbe una riduzione nell’emissione di 28 milioni di tonnellate di gas serra. Il fatto che lo sviluppo delle energie rinnovabili avvenga più lentamente del previsto non è più un segreto. La costruzione di impianti fotovoltaici procede a rilento nell’attuale sistema d’aste, fatto che ha mantenuto costanti le tariffe incentivanti in vigore e non si esclude che vengano riviste al rialzo per promuovere la realizzazione di impianti.

 

La Germania scende in classifica transizione energetica

In uno studio del 2014 con focus l’analisi degli indici di sostenibilità ambientale, sviluppo economico ed approvvigionamento risorse, il primato tedesco ha iniziato a mostrare le prime rughe. I criteri analizzati erano “dinamismo” e “livello di sviluppo”. Nell’indice “livello di sviluppo” erano misurati il grado di industrializzazione nazionale con il grado di accettazione della popolazione verso la transizione energetica. Nel ranking la Germania si era classificata solo alle spalle di Francia e Spagna e davanti l’Italia, all’ottavo posto. Ben peggio nel criterio “dinamismo”. A sorpresa Paesi come USA, Italia, Ungheria e Spagna erano in cima alla classifica mentre la Germania era precipitata agli ultimi posti, dimostrando la bassa percezione del popolo tedesco verso la transizione energetica.

 

Il ruolo di leader è in pericolo

I risultati della graduatoria “dinamismo” sono sicuramente grigi, ma non senza ragioni. L’aumento del costo dell’energia elettrica nel settore domestico è aumentato in soli tre Paesi oltre all’aumento verificatosi in Germania. Lo stesso vale per il settore industriale: in soli 5 altri Paesi il prezzo dell’energia è aumentato di più che in Germania. Il forte aumento dei costi di energia elettrica ha fatto così ridurre la competitività tedesca nel panorama internazionale.

 

Cosa deve cambiare per favorire la transizione energetica?

Attualmente la transizione energetica è troppo costosa e non produce abbastanza risultati. Per una politica energetica di successo bisogna*:

  • Definire una strategia comune a livello europeo
  • Promuovere in modo efficace la creazione di impianti energetici sostenibili
  • Favorire il trasporto di beni su rotaia
  • Incentivare famiglie ed imprese all’efficienza energetica
  • Evitare di addebitare i costi della transizione a famiglie con basso reddito

 

Fonte: energie-wissen.de

*  Studi:

„Neue Impulse für die Energiewende. Was die deutsche Energiepolitik aus dem internationalen Vergleich lernen kann“, Handelsblatt Research, 2014

„Die Energiezukunft“, Expertengremium im Auftrag des BMWi, Novembre 2015

Crediti immagine copertina: artjazz/shutterstock