Riduzione tariffa incentivante per gli impianti superiori a 200 kWp

È successo. Ieri 25 giugno 2014 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che interviene sulle tariffe incentivanti riconosciute agli impianti fotovoltaici in esercizio di potenza nominale superiore a 200 kWp. Il decreto “spalma incentivi” è obbligatorio e retroattivo. La conversione in legge deve avvenire entro 60 giorni dalla pubblicazione in GU. L’art. 26 del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91, prevede quanto segue.

I titolari degli impianti fotovoltaici in esercizio dovranno scegliere entro il 30 novembre 2014 una delle seguenti opzioni:

1) Dal 1° gennaio 2015, per gli impianti di potenza superiore a 200 kWp, il periodo di incentivazione è allungato da 20 a 24 anni e la tariffa incentivante è ridotta secondo le percentuali indicate nella tabella che segue. Per le tariffe onnicomprensive del 5° Conto Energia la riduzione si applica solo alla c.d. componente incentivante.

tariffa incentivante
Significa che un impianto di 5 anni, che aveva davanti ancora 15 anni di incentivi, si vedrà erogare per i prossimi 19 anni (15 + 4) un importo annuale pari al 79% di quello previsto per l’incentivazione su 20 anni.

– La Cassa depositi e prestiti SpA metterà a disposizione del sistema bancario provvista e garanzie, per la concessione di finanziamenti ai soggetti che si vedono spalmate e ridotte le tariffe incentivanti. “Il beneficiario della tariffa incentivante può accedere a finanziamenti bancari per un importo massimo pari alla differenza tra l’incentivo già spettante al 31 dicembre 2014 e l’incentivo rimodulato.

2) In alternativa alla rimodulazione dell’incentivo su 24 anni, è possibile optare per una riduzione della tariffa incentivante pari al 8% per il restante periodo di incentivazione. Perciò la tariffa incentivante rimane di 20 anni. Tale opzione deve essere comunicata al GSE entro il 30 novembre 2014 e la riduzione decorre dal 1 gennaio 2015.

Al comma 2 recita: “A decorrere dal secondo semestre 2014, il Gestore dei servizi energetici S.p.A. eroga le tariffe incentivanti con rate mensili costanti, in misura pari al 90% della producibilità media annua stimata di ciascun impianto, nell’anno solare di produzione ed effettua il conguaglio, in relazione alla produzione effettiva, entro il 30 giugno dell’anno successivo. “

Provvedimento necessario, a detta del governo, per alleggerire del 10% la bolletta elettrica della PMI con potenza allacciata superiore a 16,5 kW esclusi clienti residenziali e l’illuminazione pubblica. Si accusa infatti la componente A3 di rendere la bolletta elettrica troppo cara: la componente A3, a sostegno delle fonti rinnovabili ed assimilate, è uno dei tanti oneri generali di sistema che incide per il 30% sulla bolletta delle PMI (per il 20% sulla bolletta dei privati).

“In verità ci sono altri fattori da considerare. Si sottovaluta, tra l’altro, l’effetto positivo delle rinnovabili sull’abbassamento del PUN (prezzo unico nazionale) che – per motivi che andrebbero chiariti – non arriva agli utenti finali.” Ci dice l’avv. Gennaro Sposato.

Del taglio del 10% della bolletta elettrica godrà solo il 15% delle imprese. Soltanto per il 3,8% delle nostre imprese – dicono infatti dati di Confindustria-Anie – il costo dell’energia elettrica supera il 3% del fatturato aziendale; per il 19,2% incide per meno dello 0,1% e per un altro 50% non arriva allo 0,5% dei ricavi. Si legge su QualeEnergia.

Da questa misura si prevede un gettito di 700-900 milioni a favore delle PMI.

Molte sono le associazioni che protestano contro queste misure di riduzione sulle tariffe incentivanti. Vi invitiamo perciò ad aderire all’iniziativa di AssoRinnovabili chiamata #SalvaLeRinnovabili.

Se ti interessa l’argomento leggi anche:
Cosa ne pensano gli avvocati sullo spalma incentivo